martedì 22 settembre 2015

Vini di pregio e di qualità, un nettare non molto conosciuto


Parlando di vini pregiati, l'Amarone di Verona simboleggia un territorio di grandi produttori e di validissimi vinificatori. Alcuni marchi svettano su altri, ma in linea generale questo rosso corposo ha un pubblico importante. Se passiamo invece ai passiti, sono molto famosi quelli siciliani con picchi di qualità ed apprezzamento per alcuni ottimi.

Ma nel veneto viene prodotto anche il Recioto di Soave, coltivato sulle colline della zona di Soave, che è stato il primo vino veneto ad ottenere la certificazione di origine controllata e garantita, nel 1998. L'esistenza in territorio veronese di un vino bianco dolce, simile all'attuale Recioto di Soave, è testimoniata già nel V secolo, quando un noto ministro del re Teodorico chiedeva per gli ospiti della mensa reale, oltre l'acinatico "rosso" quello "bianco", che si doveva ottenere da uve "scelte dalle domestiche pergole", conservate in fruttai fino all'inverno inoltrato, con i grappoli appesi.

Il nome Recioto deriva dalla parola dialettale veneta "recia", in italiano orecchio, che simbolizza la forma tipica della parte alta del grappolo di Garganega, quella più ricca di zuccheri e più esposta al sole, che viene selezionata per fare il vino: i grappoli migliori vengono fatti appassire su graticole per un periodo variabile dai 4 ai 6 mesi e poi vengono pigiati. La fermentazione che segue è molto lenta e lunga e avviene in piccole botti.

Buonissimo anzi squisito, si raccomanda questa esperienza possibilmente in buona compagnia.