lunedì 8 giugno 2015

L'Arte della lussuria con lusso

La Lussuria, per i cattolici è uno dei sette vizi o peccati capitali, il "vizio impuro", al di fuori della norma morale. Secondo le elaborazioni dottrinali della teologia morale del Cattolicesimo, la lussuria è causa di svariati effetti negativi, alcuni dei quali aventi una preminenza in ambito religioso, altri intervenengono più specificatamente sul libero arbitrio:
  1. grave turbamento della ragione e della volontà
  2. accecamento della mente
  3. incostanza ed incoerenza (rispetto ai valori proposti)
  4. egoistico amore di sé (egoismo, egotismo, negazione dell'amore per il prossimo)
  5. incapacità di controllare le proprie passioni.

Hai detto mai? Una sana nottata di libido ti trascina con il tempo fino a quel punto, peccato non averne molte di notti lussuriose, vi amereste fino al massimo ego.

Qui invece comincia la parte lussuosa, perchè la lussuria è stata rappresenta nei secoli dall’arte.   Dall’antichità fino a un contemporaneo come Aligi Sassu, è stato fatto spesso in termini crudi. Troviamo scene di lussuria nelle figure rosse su fondo nero dei vasi greci ed etruschi così come negli affreschi pompeiani. Se l’arte profana, a tutte le latitudini (pensiamo al kamasutra indiano), propone il sesso come raffinato piacere, l’arte cristiana esalta l’amore, indica la castità come disciplina, condanna la lussuria e coloro che se ne rendono protagonisti. 
Ma l’arte cristiana è la stessa che ha esaltato al massimo il valore del corpo, in obbedienza al racconto biblico. Dio, infatti, ha creato l’uomo e la donna come maschio e femmina a sua immagine e somiglianza. Così, dai mosaici di Monreale (XIII e XIV secolo) al trittico del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch (XVI secolo), viene mostrata la bellezza del Paradiso terrestre in cui uomo e donna vivevano in uno stato di purezza che si esprimeva proprio nella loro nudità fisica. È il peccato che fa sorgere in loro la consapevolezza d’essere nudi: solo allora intrecciano foglie di fico per nascondersi a Dio e quando vengono cacciati dal Paradiso terrestre, come Masaccio ci mostra nell’affresco della cappella Brancacci di Firenze, Dio non li abbandona ma fa loro dei vestiti, segno del suo amore paterno.
L’immagine biblica della casta Susanna al bagno desiderata da due vecchi preda di un’incontrollata libidine ha attratto artisti del calibro di Tintoretto, Guercino, Veronese,  Rubens, i quali colgono l’occasione per celebrare la pudica bellezza del corpo femminile che si nasconde a sguardi indiscreti. Biblico anche Davide, profeta e re d’Israele, che concupisce la giovane e attraente Betsabea, moglie del suo valoroso generale Uria; per lei Davide, da concubino, si farà omicida mandando il marito a morire in battaglia.
L’olandese Rembrandt ci regala una splendidae regale Betsabea, preziosa e incorruttibile. 
Gli esempi sono moltissimi, il lusso sta nel poterli conoscere, ammirare, studiare, e se non li possedete, è lo stesso, il piacere di una visita al museo oltre ad essere raffinata e lussuosa, vi nobilita.  
Ma la domanda conclusiva è l'amore per l'arte è lussuria, oppure è lussurioso andare in estasi  rapiti dalla bellezza e dalla forza di certe opere? 
Chiunque ama il lusso è necessariamente lussurioso.

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