giovedì 23 aprile 2015

Boom di sex toys naturali ed ecologici

Ecosostenibile è un lusso oppure è lussuoso essere ecosostenibili? Noi siamo per la seconda opinione, sei un gretto mangiatore di risorse, un arricchito dalle unghie sporche se bruci risorse nell'inutilità di una affermazione che è solo antieconomica in molti casi, in quanto ansia di essere quello che non si è. 
Sei invece un raffinato intenditore / intenditrice se le tue scelte oltre che pienamente soddisfacenti per te stesso, sono anche ecologiche e rispettose del bene comune.
Si segnala in forte crescita il mercato dei sex toys naturali, privi di sostanze chimiche o inquinanti.
Falli in legno, vibratori a manovella, anelli vibranti senza ftalati, fruste di gomma riciclata, oli e lubrificanti bio esclusivamente a base di sostanze vegetali sono sempre e comunque giochi sotto le lenzuola ma con un occhio alla salute e all'ambiente.
Gli ordini ultimamente stanno crescendo, afferma un artigiano ed artista, che per scherzo nella sua falegnameria umbra ha iniziato a produrre dildos e vibratori in legno. "Non era certo il nostro core business ma l'idea ha funzionato. Si possono ordinare modelli su misura con finiture e legni particolari. Le dimensioni sono variabili ma solitamente nella norma. Gli acquisti principalmente sono fatti da uomini ma il gioco spesso è di coppia. Nel mondo del legno, i vibratori vendono meno, perché chi sceglie sex toys eco friendly sa che a impattare sull'ambiente sono soprattutto le batterie.
Per coloro che non vogliono rinunciare alla vibrazione di piacere rispettando la natura, esiste il vibratore composto solo da materiali riciclabili al 100%, con ricarica a manovella o con cavetto Usb, basta poco tempo per una lunga esperienza di puro piacere.
Per le coppie green anche l'anello vibrante ecologico, realizzato senza ftalati, ovvero privo di quelle sostanze chimiche nocive e nemiche giurate dell’ambiente, impiegate nella maggior parte dei sex toys tradizionali per ammorbidire la plastica, funziona bene come gli altri ma rispetta l'ambiente.
Fruste in gomma riciclata per quegli estimatori del sadomaso che, come recita lo slogan del prodotto,  vogliono essere "cattivi gli uni con gli altri ma buoni con l'ambiente".
Si trovano un po' ovunque, sia in erboristeria sia online, gli oli bio e i lubrificanti 100% naturali per quelle coppie che amano coccolarsi con massaggi e altri giochi. Un mercato ampio per tutti i gusti al quale auguriamo una rapida espansione, il lusso è anche questo.

giovedì 16 aprile 2015

Moda, non ovunque e mai per tutti

La star del burlesque Dita Von Teese si è alleata con il designer di calzature Christian Louboutin per il lancio di lingerie. La nuona linea è formata da sette lussuosissimi pezzi, ma il cavallo di battaglia è la Guepière Dita Von Teese.
I motivi sono stati appositamente ideati da Louboutin, che per la prima volta, si è cimentato in creazioni di corsetteria. Le decorazioni sono stampate su seta, con rifiniture di raso e pizzo di Leavers. 
La Guepière Dita Von Teese fa parte di una collezione di pezzi limitatissima, e ciò che la rende così speciale è la moderazione delle coppe del seno, unita all’elegantissimo fiocco di velluto ornato da una pietra Swarovski. Sul davanti la guêpière è ulteriormente impreziosita da un delicato pizzo Calais, mentre sui fianchi e dietro, fa da protagonista il morbidissimo tulle nero, che abbraccia delicatamente le forme femminili. 
Come potete leggere abbiamo approfondito molto l'interesse su questa proposta, Dita Von Teese ovviamente fa la differenza, ma l'oggetto è indiscutibilmente di lusso e merita questa segnalazione.

Nuove tendenze globali: Low cost/High Value

Quello che affermiamo da tempo, trova ora un riscontro molto concreto. Secondo una ricerca del Censis commissionata da Ornellaia (brand del gruppo vitivinicolo Marchesi de' Frescobaldi), negli ultimi anni in Italia è avvenuta una radicale trasformazione del concetto di lusso, sempre più percepito come emozione e sempre meno legato ai prodotti tangibili come auto fuoriserie o abiti di alta moda. Il trend è confermato anche dalla stampa internazionale, che identifica il lusso non più solo come bene durevole destinato a pochi, bensì soprattutto come esperienza di assoluta qualità.
Per chi ci osserva da fuori, il lusso Made in Italy coincide oggi con strutture esclusive, ristoranti super stellati, vini e cibi pregiati. L'Italia si colloca al primo posto tra le destinazioni mondiali del turismo di lusso, che consente di vivere uniche e autentiche esperienze emozionali. I vini italiani d'eccellenza, ad esempio sono sempre più apprezzati a livello mondiale tanto da ottenere performance migliori dei francesi nelle più importanti aste internazionali.  Nel 2014 i vini di pregio battuti nelle aste internazionali sono aumentati, sia in quantità sia in valore (+13%). In questo senso i vini d'eccellenza italiani (+47%), veri campioni del lusso Made in Italy, hanno battuto i francesi (-1%) per prezzi di battitura.
Il Censis evidenzia poi che la crisi, ha modificato e sta modificando il concetto di lusso, rendendolo più impalpabile, smaterializzandolo, c'è una minore ostentazione, vince il desiderio di non apparire, gli oggetti del lusso non rappresentano più degli status symbol. Si è dunque spostato l'asse da un consumo di possesso ad un consumo più di tipo esperienziale, dal desiderio di possedere un oggetto alla voglia di vivere un'esperienza.

Se per la moda il fashion democratico ormai come concetto e abitudine ci appartiene, così come il design, quello che si fa largo ora è il cibo di alta qualità a prezzi bassi.

Dai prodotti di lusso, all'eccellenza delle emozioni.


sabato 11 aprile 2015

Massima Acustica

TUTTO È COMINCIATO NEL 1925: Bang & Olufsen   è un'azienda danese specializzata nella produzione di apparecchi audio hi-fi e televisori ad alta tecnologia e qualità. La produzione aziendale è caratterizzata da un design particolare ed immediatamente riconoscibile. Pezzi spettacolari nella funziona che hanno sempre fatto grande arredo nelle case più quotate.

B&O, come amichevolmente possono essere trovati, hanno presentato per i 90 anni di attività alcuni pezzi spettacolari e non potevamo trascurare questo anniversario.

Un'opera d'arte acustica,  BeoLab 18 è il massimo della perfezione acustica, una tradizione di audio autentico che contraddistingue Bang & Olufsen dal 1925. Ottenuto da materiali ricercati con una grande attenzione ai dettagli, BeoLab 18 è un diffusore senza tempo per le generazioni future, libera la tua casa con le eccezionali prestazioni wireless di BeoLab 18. Un'acustica domestica impareggiabile senza limitazioni. 
Considerato che B&O non è uno sponsor cui pagare una marchetta, qui ci fermiamo, perchè lo scopo è quello di far conoscere e far apprezzare oggetti di lusso, sicuramente qui oltre alla qualità vi è una tradizione ed una continua ricerca di bello e funzionale, meritevoli di successo.


martedì 7 aprile 2015

Vita spericolata ... ma di lusso

Cosa significa lusso? La Treccani lo ritiene un eccesso. Per chi scrive è invece qualcosa per pochi. "E' un lusso che non ti puoi permettere", non significa solo che non lo puoi acquistare, ma non lo puoi mantenere o esibire. Esperienza per pochi. Tra queste cose di grande lusso ci metto quindi una vacanza di 6 mesi, che è molto più lussuosa di una settimana in un hotel 8 stelle. Se completo con un gruppo di amici questa esperienza che può essere fatta di pesca,fatica, sudore e piedi gonfi, ho fondato un club per VIP di pochissimi selezionati ed unici intimi. Non stiamo parlando dell'isola dei famosi, ma di un viaggio verso mete lontane che è una singolare esperienza di vita. 


Il  Te Araroa, è il sentiero della Nuova Zelanda, fatto di spettacolari paesaggi, dalle spiagge ai vulcani passando per  foreste e città.
Un percorso di 3000 chilometri che va da Cape Reinga nel nord della Nuova Zelanda al "Bluff" che è una città dell'Isola del Sud. Si parte dal mare del nord (la splendida Cape Reinga) ed attraversando a piedi tutto il paese si arriva al mare del sud (The Bluff). Lungo il percorso si esplorano i "tombolos" della Nuova Zelanda, che sono lingue di terra che penetrano nel mare ed uniscono isolotti alla terraferma, i suoi vulcani, la sua gamma di altezze, tra  montagne e valli, i suoi fiumi, laghi e valli. Sono i panorami visti nel "Signore degli Anelli", tanto per capirci e spiegare con immagini i luoghi da visitare.
Un trekking che attraversa una nazione così diversa e così lontana, non può essere definito pienamente con poche righe, di sicuro è un'esperienza molto lussuosa, e per questo la segnaliamo.


In Italia, si segnalano vari ottimi percorsi di trekking, che hanno come caratteristica lussuosa la scoperta delle Alpi, destinazione mai trascurabile per tante caratteristiche di eccellenza. In questo caso come esempio si prende il Dolomiti di Brenta Trek Expert (DBT), un itinerario ad anello nel cuore delle Dolomiti di Brenta da compiersi in più giorni. L’itinerario mette in rete una serie di storici sentieri e ferrate SAT ben segnalati per offrire all’escursionista la possibilità di scoprire il massiccio del Brenta in un unico itinerario che gli consenta di cogliere tutto il suo fascino: dalla maestosità dei panorami dolomitici, famosi in tutto il mondo, fino ai confini più selvaggi e meno rinomati ma altrettanto autentici fatti di malghe e verdi alpeggi.
Tutto questo senza tappe obbligate o ritmi imposti. Il DBT Expert può essere pianificato a piacimento, secondo le forze, i tempi e le voglie del momento. Lungo il percorso sono molti i punti di appoggio: 7 rifugi, 11 malghe e 4 bivacchi. Inoltre è possibile scegliere di deviare o accorciare il proprio tour attraverso varianti che permettono di abbreviare il percorso o di evitare i tratti più tecnici e esposti.

Il Dolomiti di Brenta Trek Expert si svolge per 89 km lungo sentieri, ferrate, brevi nevai e tratti esposti. E’ adatto quindi ad un escursionista dotato di tempo, un buon allenamento, della necessaria attrezzatura e di adeguate conoscenze del territorio montano. 



A causa del tremendo terremoto che ha colpito il NEPAL, in questi giorni, si sconsigliano avventure gioiose in quelle zone, se uno vuole andare, meglio che ci vada con aiuti umanitari e tanta voglia di cooperare alla ricostruzione.
 
Quando, fra parecchio tempo e passata l'emergenza attuale, il Nepal avrà bisogno e sarà di nuovo pronto ad accogliere gioiosamente turisti carichi  di denaro e di possibilità, segnaliamo un altro viaggio lussuoso, importante e anche solidale. E' esperienza mitica di vita nonchè conoscenza molto particolare perchè unica, sensibile e rara, e soprattutto sconosciuta ai molti, è il Nepal's Great Himalaya Trail.
The Great Himalaya Trail del Nepal è una rete di trekking e percorsi esistenti che insieme formano uno dei più lunghi e più alti sentieri del mondo. Siamo sul tetto del mondo, in luoghi celebrati e riconosciuti da tutti ma non conosciuti dai molti.
Un percorso sotto le vette più alte del mondo, visitando alcune delle comunità più remote della terra, attraverso verdi vallate, altipiani aridi e paesaggi assolutamente incredibili. GHT del Nepal è composto da 10 sezioni che comprendono una rete di percorsi superiori ed inferiori per altitudine ma ognuno offre qualcosa di diverso, un'autentica esperienza culturale ed una spettacolare natura Himalayana.

Quando fare questo trekking. In questo caso ci limitiamo a suggerire una sola stagione, che può essere la primavera, da marzo a maggio, che è calda ma piuttosto polverosa con qualche goccia di pioggia. Escludiamo l'estate, da giugno ad agosto, in quanto è la stagione dei monsoni, e piove normalmente molto durante questi mesi. In autunno, da settembre a novembre, è più freddo con cielo sereno. Questa è la stagione più sfruttata per il trekking in Nepal. In inverno, da dicembre a febbraio, è freddo di notte e ci può essere nebbia la mattina presto.
In questo caso dipende molto dall'altitudine, siete sulla cima del mondo pertanto i percorsi possono essere ghiacciati, innnevati e per questo più rischiosi. Serve anche un'ottima attrezzatura in questo caso che aumenta il costo, se apprezzate spendere a pacchi. 
Consegnamo questa avventura in onore della gente Nepalese che sta soffrendo, e auspichiamo una ripresa delle loro vita e del loro relazionarsi con il mondo. Oggi chiediamo al mondo una vera e concreta disponibilità verso quelle genti così duramente colpite.

mercoledì 1 aprile 2015

Cartelle da lavoro: adesso ritornano

La vecchia cartella in cuoio si rilancia, torna alla ribalta con vari testimonial modaioli, ritrova un significato, ovviamente rifatta nel look e negli accessori. Da tempo era diventata strumento di portaborse e attaché ministeriali, denigrata e non voluta. Un tempo queste borse contenevano quantità esagerate di documenti, astucci con penne preziose, notes, e tutto quanto faceva ufficio all'aperto, poi si è aggiunto il computer portatile. Always at work, non era appannaggio solo di grandi professionisti e manager ovunque, la borsa era utile per tutti, ma poi l'elettronica riducendosi, potenziandosi, evolvendo ha iniziato ad entrare in zaini e zainetti, borse da postino ed anche tasche capienti.
Rigonfia di faldoni e ferocemente amata da austeri professionisti, la cartella di cuoio ha attraversato tempi duri,  anche se le donne professionals, molto austere e molto esigenti hanno selezionato il meglio e fatto intraprendere nuove strade ai produttori.
Ora stanno prepotentemente tornando. Si rivedono antichi modelli come la doctor’s bag, sorta di bauletto con chiusura rigida, evolve la funzionalità della borsa da postino, quel modello suddiviso a organetto e issato in spalla con una robusta cinghia regolabile con fibbia, che diventa borsa messenger, e si arricchisce di tasche esterne e interne, semplici o multiple, di vani imbottiti per le preziose attrezzature elettroniche, di zip, bottoni automatici e soffietti.
Infine ci sono anche le “trasformiste”, con bretelle asportabili e adattabili all’occorrenza, basta attaccare la cinghia al moschettone ed ecco il modello più tranquillo, quello con il manico di cuoio imbottito ma sgancia da un lato e sposta dall'altro eccola che diventa uno zainetto per scooteristi  incalliti, mai però per motociclisti, quelli ci tengono a restare veri duri.  
I prezzi? Ovviamente dalle stelle per qualcosa di molto retrò, a scendere ma non troppo in basso. La scelta? Mai più una sola, che non si adatta a tutto e può lasciarti a piedi proprio quando ti serve, ogni anno una nuova per mostrare che "tutto va bene".

lunedì 30 marzo 2015

Peso, Purezza, Colore e Taglio

Una conoscenza cristallina: Le '4 C' dei Diamanti. Peso, Purezza, Colore e Taglio

Tutti lo sanno, ma siamo sicuri che tutti lo sappiano bene? I pochi non esperti potrebbero fare un po' di confusione tra diamante e brillante. Il primo è la pietra grezza; il secondo è la pietra tagliata e lavorata seguendo i criteri di un particolare tipo di taglio detto "brillante" che restituisce la massima luminosità alla pietra stessa. Il valore di un diamante si definisce soprattutto in base a quattro parametri di classificazione, ossia le famose 4 C dalle iniziali dei termini in lingua inglese:

Carat (Peso): Il peso dei diamanti è espresso in carati (1 carato = 0,20 grammi). Il carato si suddivide a sua volta in centesimi denominati "punti".

Clarity (Purezza): Il reticolo cristallino del diamante spesso presenta delle interruzioni che possono dipendere da inclusioni cristalline, cavità, fessure, piani di geminazione, righe di struttura, sfaldature e tensioni interne. Si considerano diamanti puri quei diamanti tagliati che, osservati con una lente a 10 ingrandimenti, non presentano alcuna inclusione. In Germania e in Italia con il termine purezza si intende la perfezione interna, mentre negli USA ed in Scandinavia si tengono in considerazione anche le caratteristiche esterne.



In Europa e Stati Uniti la purezza di un diamante viene misurata adottando la scala (denominata GIA).
Colour (Colore): Il Nord America è stato pioniere nella definizione dei colori dei diamanti, probabilmente a causa dell'elevata quota di importazione di diamanti per ornamento, pari a oltre il 50% della produzione mondiale. Nella serie da incolore a giallo i gradi di colore sono definiti anche dal riferimento ai luoghi di provenienza dei diamanti. Sono infatti i nomi delle antiche miniere di diamanti o dei giacimenti alluvionali dai cui, per esempio, si è tramandato il termine 'river', per i diamanti provenienti da fiumi e con cui si intendevano pietre che generalmente presentavano il colore migliore dei diamanti provenienti dai camini o 'pipes'.

Si ritiene che le varie colorazioni siano date dalla presenza di atomi di ferro, titanio, samario e cromo ma non si esclude che esse siano di origine radioattiva. In alcuni diamanti naturali colorati analizzati in laboratorio per mezzo di spettrografi di alta sensibilità è stata riscontrata la presenza di circa 14 elementi differenti. A livello teorico il colore è da considerare un grave difetto con una notevole penalizzazione del valore della pietra ma, quando esso è marcato e caratterizzante, esclude la stessa dalle normali categorie di colore e la inserisce nella classificazione dei cosiddetti diamanti 'fancies', ricercatissimi e, di conseguenza, di alto valore.

Cut (Taglio): Il taglio più utilizzato è quello rotondo "brillante" o Amsterdam: 58 faccette, o meglio 57+1, considerando 1 la levigatura della punta del cono inferiore, denominato Culet. Questo taglio è quello che meglio fa risaltare fenomeni della rifrazione e riflessione della luce nel diamante ed è quindi il più apprezzato ed accettato. La classificazione del taglio ha quattro parametri:

VERY GOOD: taglio ottimo, senza alcuna deroga alle tolleranze prescritte
GOOD: buono, con lievi deviazioni alle tolleranze prescritte(inferiori al 5%)
MEDIUM: medio, con notevoli deviazioni alle tolleranze prescritte (inferiori al 10%)
POOR: scarso, con gravi deviazioni alle tolleranze prescritte (superiori al 10%).